DALLA SFIDA CON SE STESSI AL GIOCO DI GRUPPO

Le “sfide” hanno da sempre caratterizzato il vissuto dei bambini. Nel gioco di strada rappresentavano un modo per esplorare i propri limiti ripetendo la prova e imparando dagli errori per poi passare al confronto con uno o più compagni.

Gli oggetti e gli attrezzi (strutturati e non): un pallone, una funicella, la bicicletta, alcuni tappi,  rappresentavano lo strumento con cui giocare, misurarsi, per acquisire nuove abilità.

La libera esplorazione in tutte le sue forme, la scoperta di nuove possibilità del gesto e dell’azione consentiva un processo creativo e di risoluzione dei problemi che aggirava la noia della ripetitività.

Ma ben presto il bisogno di giocare e confrontarsi con un compagno diventava una necessità inderogabile.

Le esperienze ludico-motorie realizzate in autonomia, con oggetti e materiali propri, contribuiscono senz’altro alla crescita e agli apprendimenti del bambino, ma per una significativa ed efficace dinamica del gioco è necessario la relazione con gli altri, in modo da favorire stati d’animo ed emozioni come la gioia, il divertimento, la delusione, la rabbia e la stanchezza.

Risulta dunque fondamentale tornare a giocare uno a fianco all’altro per rafforzare le esperienze sociali, arricchendosi del confronto con l’altro.

Va da sé che tutto questo necessita di regole definite che vanno dalla attribuzione degli spazi, agli accordi sul tempo di intervento di ciascuno. Di norma vanno preferiti i giochi all’aria aperta, ma anche nelle palestre, nel rispetto delle regole sul distanziamento, bambini e ragazzi possono attingere dai coetanei idee e ispirazioni per imparare attraverso il “confronto sportivo” sia individuale che di squadra.

In questa fase il bambino impara a mettere in secondo piano desideri e bisogni personali, nell’interesse del gruppo. Attraverso questo confronto con gli altri nasce in lui il desiderio di perfezionare l’esecuzione dei gesti motori finalizzandoli alla sua azione nel gioco.

Promuovere il giocare “insieme”, rispettando il distanziamento senza sacrificare nulla dell’esperienza educativa, richiede una buona dose di creatività ma anche la capacità di garantire disciplina e collaborazione in un ambiente il più possibile favorevole all’apprendimento.

In tal modo non si sostengono solo le prestazioni del bambino nel gioco, ma si sperimenta un comportamento solidale, che è presupposto necessario del gioco di squadra.

Ecco la base dei giochi sportivi!

Questa evoluzione che va dal gioco individuale al gioco di squadra, seppur con i necessari adattamenti, è la linea direttrice dei giochi proposti nel programma Giocovid.

 

Related Posts

ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO! Giocare in movimento per educare al distanziamento

Muoversi comporta una continua esperienza di percezione, d’informazione e di adattamento della propria posizione nello spazio e nel tempo. La...

IL GIOCO-SPORT: UN LABORATORIO INCLUSIVO

Le attività motorie e di gioco-sport sono un formidabile strumento per la formazione e lo sviluppo della personalità dei bambini...

Leave a Reply